lunedì 2 settembre 2013

In viaggio verso casa


Giovedì 29 agosto. Aeroporto di Bari Palese. Ore 9.40, iniziano l'imbarco per il volo diretto a Zurigo. Qui mi aspetta l'aereo per San Francisco. Arrivo nella più grande città della Svizzera con trenta minuti di ritardo. Nei prossimi trenta devo imbarcarmi per l'America. Fortunatamente anche il secondo volo è in ritardo; salgo senza problemi. Ora è solo questione di tempo, dodici ore e sarò negli States.
Mentre siedo all'interno del gigante alato, mi pervade una sensazione di pace, serenità. Pian piano realizzo che la meta verso la quale mi accingo non è così lontana da me in realtà, almeno non per la mia mente. Dalla prima volta che sono stato al Retreat Center sono passati cinque anni. Una volta tornato in Italia, man mano che il tempo trascorreva, iniziai a realizzare che quel luogo diveniva sempre più parte di me. Più le condizioni che mi attorniavano divenivano avverse, più la mia mente si distaccava da queste e volavano verso quelle verdi montagne, più cadevo, più la vetta che mi proponevo di raggiungere diventava alta. Alla fine ho scelto. Ho scelto quale sarebbe stata la vetta sulla quale avrei dovuto continuare a camminare. La vetta più alta che avessi mai affrontato.
L'aereo è atterrato, ho abbastanza tempo per passare i controlli dell'immigrazione all'ingresso dell'aeroporto ed avviarmi al gate da dove partirà il mio ultimo volo. Destinazione finale: aeroporto di Eureka/Arcata. Questo sarà lo snodo cruciale che cambierà per sempre la mia vita.
Ore 20.30. Arrivo ad Eureka con un'ora di ritardo, ma va bene, non c'è ancora nessuno che sia venuto a prendermi. Dopo un po', il nastro trasportatore si attiva ed io raccolgo i miei ingombranti bagagli. Intravedo Jon in lontananza. Lui è il portatore di una nuova luce per me, quella che mi guiderà sul sentiero che ho scelto, con fermezza e coraggio. Ci abbracciamo come fratelli. Poi arriva Michelle e ci presentiamo. Ora manca un solo ragazzo e ci siamo. Ci siamo quasi. Dopo una rapida cena e un po' di spesa nella ridente cittadina californiana, torniamo in aeroporto per prelevare Kyle. Sono così contento di rincontrarlo. Kyle, genuino compagno di avventure durante il mio periodo di prova al centro nel mese di Marzo.
Siamo al completo. Il resto dei ragazzi è già tra le montagne che ci aspetta.
La strada è lunga, ma non importa, sento di tornare a casa.
Una volta giunti, scendo dalla macchina. Il canto dei grilli è davvero assordante, mai sentito un canto così assordante!Il cielo ci dona miliardi di stelle, da ammirare a bocca spalancata. L'aria silvana è quieta e dolce.
Si, sono proprio a casa, questo è il mio posto. Il mio spirito ne è lieto.
Ora penso di andarmi a stendere e di restare in posizione supina per almeno sette-otto ore prima di risvegliarmi, dato che sono leggermente provato dal lungo viaggio.
Poi mi sveglierò e farò colazione.

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