domenica 24 novembre 2013

Cibo e Consapevolezza


Ci siamo quasi, il primo semestre (o meglio trimestre) è agli sgoccioli ormai. Esami, ma anche vacanze, in arrivo. Il mio ultimo post, invece, è datato Domenica 6 ottobre. "Come mai è trascorso tutto questo tempo dal suo ultimo post?", vi starete chiedendo. "Cosa gli è capitato? Non sarà mica caduto dai tronchi!!!", vi sarete chiesti (potreste anche non esservi chiesti nulla, non importa...Io, nel frattempo, sono sopravvissuto, e questo mi basta e avanza!). Alla fine del mio ultimo post ho scritto che saremo stati a vedere cosa mi avrebbe tenuto in serbo l'autunno.
Ebbene, ciò che è accaduto è stato qualcosa che non avrei nemmeno lontanamente immaginato. Ci sono state difficoltà, grandi difficoltà. "Negli allenamenti?" penserete. No. "Allora nell'integrazione col nuovo gruppo?". No. "Nello svolgere le attività quotidiane di buon fattore o di studioso di lingue esotiche?" Niente di tutto questo. I problemi sono giunti dall'alimentazione. Quello che ho vissuto da ottobre sino ad ora è stata una delle prove più inaspettate e dure della mia vita. Il cibo mi si è messo contro! Non si è trattato di antipatia del cibo nei miei confronti, ma di vero e proprio odio! A questo punto non posso far altro che pensare di essere stato un grande peccatore di gola in qualche vita passata, e che ora io abbia dovuto scontare questo peso sul mio karma...
Alla fine di Settembre ci sono stati dei "test d'ingresso", se così li posso definire. Avrei dovuto pubblicare un articolo nel quale descrivevo il loro scopo ed il loro esito. Ciò non è accaduto, però, in quanto il momento in cui ho iniziato a scrivere è stato anche il momento in cui tutti i miei problemi con l'alimentazione sono iniziati. Al YMAA Retreat Center le scorte alimentari non mancano. Ci sono tutte le varietà di cibo. In effetti, oltre ad un'accademia di arti marziali, questo luogo sembra essere un mini-market!!! Ci sono verdure ed ortaggi (biologici, di nostra produzione!!!), riso, quinoa, pasta, legumi, tofu, frutta, ma anche.....tanta, tanta carne. E questa carne la si cucina quasi tutti i giorni. E io, per due mesi, non ho fatto altro che mangiarla a pranzo e a cena. Inutile che mi dilungo nei dettagli. Potete immaginare quello che è successo. Fegato e milza hanno cominciato ad implorare aiuto mandandomi in panne tutto l'apparato digestivo. Nella medicina tradizionale cinese è appurato che, nel momento in cui il fegato è sofferente a causa di un eccesso di Qi (energia vitale o bio-elettricità), causato ad esempio, come nel mio caso, da un consumo eccessivo di cadaveri animali, il canale energetico, o meridiano, relativo a questo organo, si infiamma (i meridiani sono come dei fiumi in cui scorre il Qi, che come il sangue, nutre gli organi vitali e regola le funzioni organiche del corpo). Bene. I miei meridiani del fegato e della cistifellea (nella medicina cinese, gli organi sono associati in sistemi di due organi: polmoni e intestino crasso, milza e stomaco, cuore ed intestino tenue, reni e vescica urinaria, fegato e cistifellea, per l'appunto) mi si sono infiammati, e dato che questi si diramano dai piedi fino alla testa, è proprio in quest'ultima che l'infiammazione ha messo in scena il suo spettacolo. Da un punto di vista fisico, il mal di testa è diventato il mio "cronico" compagno di avventure. Da un punto di vista mentale, stanchezza, frustrazione e rabbia, sono diventate le mie compagne di giochi. La concentrazione è scesa a livelli spaventosi, e la pesantezza muscolare ha avvolto il mio corpo, costringendomi come fosse un boa. Non parliamo, poi, di tutte le problematiche digestive ed intestinali che mi hanno perseguitato. Non ne parlerò, infatti.
I problemi derivanti dalla carne, poi, non sono finiti, in quanto, sempre nella medicina cinese, è appurato che un consumo eccessivo di carcasse animali scatena una tempesta che va a devastare il metabolismo dei carboidrati, soprattutto quello degli zuccheri. Vale anche il contrario. Per farla breve, un consumo eccessivo di carne provoca un aumento vertiginoso di proteine nel corpo, fino a rendere necessaria l'assimilazione di una eguale quantità di zuccheri per ripristinare il bilanciamento tra i due macro-nutrienti. Questo provoca un alterato desiderio e consumo di cibi dolci. Gli zuccheri raffinati presenti in questi ultimi, accumulandosi nel flusso sanguigno, inducono un maggior desiderio per le carni animali. Alla fine si va ad instaurare un circolo vizioso molto pericoloso. In effetti, dopo che ho iniziato ad accusare i mal di testa e i mal di pancia, ho perso il controllo sulla quantità di cibo ingerito. Ho avuto costantemente fame, e non sono stato in grado di controllare le porzioni di cibo fagocitate. Sono stato in grado di mangiare riso e dolci in quantità smodate, senza averne realmente necessità. Nonostante avessi lo stomaco strapieno, ho avuto l'ossessione per gelati e torte!!! Non avrei mai immaginato di poter mangiarne in quantità industriale!!! A livello di composizione fisica non ho accumulato grasso, in quanto allenandomi otto ore al giorno riesco a bruciare quest'ultimo molto facilmente. A livello organico, però, il malessere fisico è stato indicibile, e a livello mentale, è stato devastante. Ho rasentato i confini della depressione. Il cibo è diventato il mio peggior nemico, ma allo stesso tempo, ne ho avuto bisogno, per colmare lo stress psicologico e il male fisico che mi sono auto-inflitto.
Ad un certo punto, ho avuto davvero paura, in quanto ho cominciato ad accusare fitte al fegato, intestino e milza, ad avere giramenti di testa, oltre che dolore, per non parlare della debolezza fisica e mentale.
Questa tempesta che si è abbattuta sul mio corpo è durata quasi due mesi. Due mesi in cui non sono riuscito ad allenarmi al massimo delle mie capacità fisiche, a studiare in maniera proficua, e a scrivere articoli sul blog, per l'appunto.
Adesso sto cercando di cambiare il mio regime alimentare, cercando di ridurre notevolmente il consumo della carne e dei dolci, concentrandomi maggiormente su una dieta a base di carboidrati e proteine vegetali. Ci sono dei miglioramenti: il mal di testa inizia a salutarmi, così come il senso di pesantezza, fisica e mentale. L'intestino riprende a sorridermi ogni tanto. Spero che a breve lo facciano anche il fegato e la milza.


Alla fine di questa odissea, che spero conclusa, ho imparato un insegnamento molto importante e profondo. Molto spesso, a volte troppo, non ci si rende conto che, anche se si detesta la violenza sulle persone e gli animali, si commette violenza contro se stessi, senza rendersene conto. Questo, per quel po' che ho capito dalla mia dolorosa esperienza, è un problema dovuto ad una eccessiva attenzione al mondo esteriore, quello che si sperimenta attraverso i cinque sensi fisici. Così facendo si pensa che la vita sia solo un concentrarsi sulle proprie attività quotidiane, i propri successi o fallimenti. Si attribuisce grande importanza a questi aspetti, tralasciando, invece, quelli ritenuti banali e scontati. Questi ultimi, in realtà, sono gli aspetti più sacri del vivere. Facendo riferimento alla mia esperienza, uno di questi aspetti è senza dubbio una corretta e attenta alimentazione. Nel tempo, le esperienze accumulate vivendo in modo artificioso vanno a dare forma ad un ombra di Se stessi. Io artificiale, lo definirei. Questo interferisce con l'acquisizione di un elemento chiave per poter vivere realmente e senza artifici: la Consapevolezza. La Consapevolezza deriva dal vivere nel mondo interiore, quello dello spirito e dell'energia, quello che si vive attraverso i sensi sottili dell'Io reale, e dal riuscire a connettere quest'ultimo al mondo energetico-reale esteriore, quello presente dietro la "Matrix" del mondo fisico-artificiale. Vivere oltre lo stato fisico immediatamente percettibile, però, è un abilità che si raggiunge attraverso le esperienze fisiche dolorose e attraverso la volontà di raggiungere realmente questo stato di Grazia, come se ad un certo punto questo diventi una necessità. Questa necessità conduce a conoscere ed amare realmente e più profondamente Se stessi, e ad evitare di commettere del male inconsapevole, contro Se stessi. Nel mio caso, la Consapevolezza, oltre a manifestarsi nell'abilità di percepire i movimenti delle arti marziali come se fossero il flusso morbido e costante di un torrente d'acqua, dovrà permettermi di regolare e scegliere efficacemente la quantità e qualità del cibo di cui il mio corpo ha bisogno per poter rimanere a lungo in vita ed in salute. 
Non aggiungo altro.
Nel frattempo, posso affermare di aver ingaggiato il mio primo vero combattimento marziale, e guarda caso, contro il peggiore avversario che si possa affrontare: il Se fisico. Ora, però, bisognerà vedere chi sarà stato il vincitore.

1 commento:

  1. Penso si tratti anche di affinare la propria sensibilità, intesa proprio come capacità di "sentire". I nostri organi interni ci parlano, non solo quando sono in condizione di grave sofferenza e dunque inviano segnali decisamente spiacevoli, come nell'esperienza che hai raccontato. Il fegato, lo stomaco, l'intestino ci parlano sempre, solo che lo fanno a voce bassa e per poterli capire occorre un po' di silenzio, di calma quiete.
    Se mi metto davanti a un cibo e mi do l'opportunità di attendere un po' prima di mangiarlo, posso ascoltare tutte le reazioni del mio corpo. Ci sono delle reazioni che avvengono a livello della bocca, della "gola", e che mi fanno dire "mangia! mangia!". Riconosco che in questo è coinvolto un livello mentale piuttosto superficiale, che reclama sicurezza, compensazione, consolazione, piacere immediato.
    Ma posso ascoltare anche altri segnali che arrivano dalla parte bassa dal corpo, dallo stomaco e dall'intestino. E a volte capita che essi siano in contrasto con quelli della bocca: magari mi dicono che quel cibo è superfluo, indesiderato, potenzialmente dannoso.
    In genere i messaggi della "gola" sono più forti e chiassosi di quelli degli organi interni e allora uno è costretto a darsi delle regole, una disciplina, non mangiare questo e quello, limitare le quantità e così via. Ma l'ideale sarebbe avere un corpo-mente capace di riconoscere le proprie necessità autentiche, coltivare insomma la propria sensibilità e sviluppare un sano istinto che aiuta a riconoscere l'utile dal dannoso.
    Purtroppo tutto questo non è molto facile, perchè il cibo è legato a stati emotivi e a pulsioni profonde, come quelle della sopravvivenza, del rapporto con il corpo della madre, del senso di protezione e sicurezza. Se non siamo equilbrati e sereni, se il nostro io è in una condizione di allarme, se viviamo un momento di incertezza e di stress, ecco che il mangiare diventa un atto nevrotico, un rifugio in cui cercare sollievo e consolazione...

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